Ostetricia In un ambiente moderno ed accogliente, dotato delle migliori apparecchiature diagnostiche e riabilitative di ultima generazione, vengono fornite le seguenti prestazioni: Visita ostetrica Ecografia ostetrica DUO TEST completo, strutturale Ecografia con flussimetria arteria ombelicale e cerebrale, cervicometria Amniocentesi Villocentesi Calendario della gravidanza e visita ostetrica Viene compilata una scheda osterica nella quale vengono segnati i dati anamnestici della paziente, le eventuali allergie e patologie della madre. Inoltre ad ogni visita vengono segnate le biometrie fetali, per valutare il corretto andamento di crescita. Vengono registrati anche gli esami del sangue che vengono richiesti in base al periodo di gestazione. Viene registrata la pressione arteriosa e l’aumento ponderale. In tal modo ad ogni visita ostetrica si avrà sempre il quadro specifico del periodo di gestazione della paziente. Ecografie in gravidanza Nel corso di una normale gravidanza le ecografie consentono di monitorare la regolare crescita del feto. Ecografia al I trimestre Con l’ecografia del primo trimestre (11-13 settimane) si valutano i parametri della vitalità, la biometria fetale, ossia la crescita del feto e la morfologia, in particolare la translucenza nucale e altri parametri come l’osso nasale Ecografia al II trimestre L’ecografia del II strimestre (20-22 settimane) è l’ecografia più importante. Il ginecologo può effettuare un controllo completo: misura il diametro della testa e controlla gli organi (cuore, testa, colonna vertebrale, braccia, gambe, fegato e reni), verifica la posizione della placenta e la quantità di liquido amniotico. Se i futuri genitori lo desiderano, il medico può anche rivelare il sesso del bambino. Ecografia al III trimestre Con l’ecografia al III trimestre (30-32 settimane) il ginecologo valuta il corretto sviluppo del feto e le funzioni degli organi. La valutazione del medico si basa sulla misurazione di alcuni dati (circonferenza della testa, lunghezza del femore), che vengono confrontati con valori standard.
Giorno: 10 Febbraio 2020
Riabilitazione pre e post Operatoria
RIABILITAZIONE PRE E POST OPERATORIA La riabilitazione pelvica può essere un valido supporto per migliorare i tessuti ed i muscoli pelvici in prospettiva di un intervento chirurgico, inducendo un aumento del ripristino funzionale post-operatorio. Per migliorare la ripresa funzionale dopo un intervento chirurgico e ridurre il tasso di recidive a lungo termine PERCORSO DIAGNOSTICO PERCORSO UROGINECOLOGIA BASE I LIVELLO Inquadramento 50/70 Visita uroginecologica, per la valutazione del profilo vaginale Ecografia pelvica Maple test, per la valutazione del tono muscolare (ipertono o ipotono ) Uroflussimetria, per la valutazione del flusso urinario (ostruzione da prolasso o alterazione funzionale) PERCORSO TERAPEUTICO PERSONALIZZATO RIPRISTINO FUNZIONALE RIABILITAZIONE E TERAPIA MEDICA PERSONALIZZATA CON PRODOTTI FISIOTERAPICI PERCORSO RIABILITATIVO PERSONALIZZATO Numero 3-5-7 sedute riabilitative con ostetrica dedicata e apparecchiatura di elettrostimolazione o radiofrequenza Tecarterpia Terapia riabilitativa domiciliare
Prevenzione post partum
Prevenzione post partum, dopo 6 mesi dal parto spontaneo o dal taglio cesareo E ‘ indicata per prevenire l’insorgenza di alterazioni pelviche come l’incontinenza urinaria o il prolasso della vescica o dell’utero, anche per prevenire o curare quei fenomeni di lassità vaginale che alterano i rapporti sessuali. E ‘ indicata anche per curare quei sintomi che possono persistere dopo un parto spontaneo Dopo una valutazione uroginecologica verrà modificato lo stile di vita e stabilito un PERCORSO RIABILITATIVO PERSONALIZZATO MODIFICHE DELLO STILE DI VITA Eliminare fattori di rischio: sovrappeso, alcolici, fumo di sigarette Attività sportiva : nuoto Yogaed in generale sincrone con la respirazione
Incontinenza e prolasso lieve
Incontinenza e prolasso lieve Pazienti con incontinenza urinaria femminile, perdita involontaria di urina con colpi di tosse, starnuti, saltelli o risata, perdita involontaria di urina da urgenza prima di raggiungere la toilette Pazienti con disturbi del prolasso della vescica, dell’utero o del retto, senso di ingombro vaginale o di pesantezza da prolasso della vescica o dell’utero, lassità vaginale con ridotta sensibilità o dolore nei rapporti sessuali, sensazione di non completo svuotamento della vescica dopo aver urinato TUTTE LE SOCIETA’ SCIENTIFICHE NAZIONALI ED INTERNAZIONALI PROPONGONO LA RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO COME IL PRIMO APPROCCIO TERAPEUTICO PERCORSO DIAGNOSTICO PERCORSO UROGINECOLOGIA BASE I LIVELLO Inquadramento 50/70 Visita uroginecologica, per la valutazione del profilo vaginale Ecografia pelvica Maple test, per la valutazione del tono muscolare (ipertono o ipotono ) Uroflussimetria, per la valutazione del flusso urinario (ostruzione da prolasso o alterazione funzionale) PERCORSO TERAPEUTICO PERSONALIZZATO RIPRISTINO FUNZIONALE RIABILITAZIONE E TERAPIA MEDICA PERSONALIZZATA CON PRODOTTI FISIOTERAPICI PERCORSO RIABILITATIVO PERSONALIZZATO Numero 3-5-7 sedute riabilitative con ostetrica dedicata e apparecchiatura di elettrostimolazione o radiofrequenza Tecarterpia Terapia riabilitativa domiciliare
Dolore pelvico
La cura per tutti i tipi di dolore addominale o pelvico: Dolore addominale dopo taglio cesareo Dolore vulvare dopo parto spontaneo o da episiotomia o lacerazioni Dolore durante i rapporti da atrofia vaginale in menopausa o da ipercontrazione dei muscoli in età fertile Dolore durante le mestruazioni Dolore per traumi ginecologici o post radioterapia Per rinforzare i tuoi muscoli pelvici dopo un parto spontaneo e prevenire l’insorgenza di prolasso e di incontinenza. Inoltre di diamo tutti i consigli nutrizionali e comportamentali su come modificare il tuo stile di vita per il tuo benessere Stimola la microvascolarizzazione Riequilibra il PH vaginale Favorisce la riparazione dei tessuti Normalizza la soglia del dolore Conserva e/o migliora il trofismo vaginale Migliora la viscosità e la produzione della secrezione vaginale. Favorisce e migliora la tensione dei tessuti attraverso la stimolazione dielastina e collagene Promuove la predisposizione sessuale Riduce il dolore in modo significativo Previene e/o migliora le possibili aderenze dei processi cicatriziali Migliora l’elesticità dei tessuti grazie alla stimolazione di elastina ecollagene Ossigena i muscoli perineali Rilassa eventuali contratture riflesse dei muscoli del pavimento pelvico Ripara il perineo Previene e/o disattiva la comparsa dei punti dolorosi riflessi e a grilletto. Riduce i tempi di recupero
Alterato svuotamento vescicale
Pazienti con disturbi urinari-ginecologici (alterato svuotamento vescicale), per donne in età fertile o menopausa con fastidi urinari (aumentata frequenza minzionale (>10 volte al giorno), nicturia (>2 volte durante la notte), per cisti ricorrenti (>2 cistiti negli ultimi 6 mesi) PERCORSO DIAGNOSTICO PERCORSO UROGINECOLOGIA BASE I LIVELLO Inquadramento 50/70 Visita uroginecologica, per la valutazione del profilo vaginale Ecografia pelvica Maple test, per la valutazione del tono muscolare (ipertono o ipotono ) Uroflussimetria, per la valutazione del flusso urinario (ostruzione da prolasso o alterazione funzionale) PERCORSO TERAPEUTICO PERSONALIZZATO RIPRISTINO FUNZIONALE RIABILITAZIONE E TERAPIA MEDICA PERSONALIZZATA CON PRODOTTI FISIOTERAPICI PERCORSO RIABILITATIVO PERSONALIZZATO Numero 3-5-7 sedute riabilitative con ostetrica dedicata e apparecchiatura di elettrostimolazione o radiofrequenza Tecarterpia Terapia riabilitativa domiciliare
Secchezza vaginale
SECCHEZZA VAGINALE Con il passare degli anni, il corpo femminile subisce una serie di modificazioni che danno origine a livello vaginale ad una serie di disturbi associati alla riduzione degli estrogeni e degli altri ormoni sessuali. La secchezza vaginale si verifica con la pre-menopausa e la menopausa; si possono manifestare anche dei cambiamenti anatomici come modificazioni delle piccole e grandi labbra, del clitoride, del vestibolo, della vagina, dell’uretra o della vescica. Questi cambiamenti possono essere associati a una serie di disturbi sia genitali sia sessuali che urinari, molto fastidiosi per la donna. L ‘AOGOI (Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani) ha stimato che in Italia una donna su tre soffre di secchezza vaginale, e questo problema non riguarda solo le donne in menopausa, ma anche le donne più giovani: ne soffrono infatti nel 30% dei casi le donne di età compresa tra i 20 e i 39 anni, nel 40% dei casi le donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni. Quali sono le cause della secchezza vaginale? La secchezza vaginale dipende dalla diminuzione degli ormoni sessuali, in particolare degli estrogeni. Questi, infatti, hanno il compito di mantenere un adeguato spessore e una buona elasticità del tessuto vaginale. Durante la pre-menopausa e ancor di più nella menopausa il calo progressivo degli estrogeni determina un assottigliamento della mucosa vaginale, diventando più sensibile, e un cambiamento del ph vaginale con un maggior rischio di sviluppare infezioni. Che disturbi provoca? – Disturbi urinari: maggiore frequenza e urgenza ad urinare, infezioni ricorrenti alle vie urinarie – Disturbi sessuali: come fastidio o dolore in occasione dei rapporti sessuali (dispareunia) e mancanza di lubrificazione vaginale – Disturbi genitali: come secchezza, prurito, bruciore, piccole perdite ematiche dovute a micro-abrasioni della mucosa vaginale Come possiamo intervenire? In un rapporto di fiducia e in un clima di dialogo tra il ginecologo e la donna sarà possibile esaminare e valutare tutte le possibilità che la medicina è in grado di offrire per trovare la soluzione migliore e più adatta ad ogni singolo caso. E’ importante spiegare alla donna che esiste una soluzione e che la secchezza vaginale è una conseguenza della menopausa e del cambiamento ormonale ed è importante identificare precocemente la presenza di questa condizione per intraprendere il percorso più appropriato. Le opzioni terapeutiche sono diverse, in particolare si possono riassumere: Trattamenti non ormonali a base di acido ialuronico ed altre molecole non ormonali (SERM) sono utilizzati per attenuare la secchezza vaginale ed aumentare lo spessore dell’epitelio vaginale, responsabile della sintomatologia. Terapia Ormonale Sistemica (TOS): l’assunzione degli estrogeni per via sistemica è indicata in casi selezionati Terapia ormonale locale può essere somministrata sottoforma di compresse vaginali, ovuli, creme, gel o anello vaginale e normalmente sono necessari bassi dosaggi per trattare i sintomi vaginali utilizzando diversi tipi di estrogeni che forniscono un adeguato effetto a livello vaginale; Terapia Laser/ Radiofrequenza/Elettroporazione (laser CO2 frazionato, laser a diodo): l’azione del laser stimola la rigenerazione dei tessuti vaginali con un meccanismo “foto-eutrofizzante”: i fibroblasti vengono indotti ad una maggior produzione di fibre collagene ed elastiche e di matrice extracellulare. Ciò porta ad un effetto di rimodellamento e di restringimento elasticizzante della vagina.
prolasso utero vaginale
Prolasso utero-vaginale Il prolasso utero-vaginale è determinato dalla discesa degli organi pelvici (vescica, utero, intestino o retto) attraverso la vagina. L’International Continence Society (ICS) definisce il prolasso utero-vaginale misurando la discesa di segmenti specifici rispetto all’imene. Pertanto il grado di un prolasso utero-vaginale è misurato in base alla discesa dell’organo rispetto all’orifizio vaginale. Quali sono i sintomi più comuni del prolasso Le donne spesso riferiscono un senso di protrusione, ossia un ingombro fastidioso interno alla vagina, che aumenta la sera, e può dare anche difficoltà a camminare serenamente. Spesso si associa difficoltà alla minzione e sensazione di non riuscire a svuotare la vescica. Per tale motivo possono comparire anche sintomi urinari di urgenza ed incontinenza urinaria, spesso associato a cistiti. Il dolore pelvico e quello lombare possono anche essere associati. I rapporti sessuali sono fastidiosi ed imbarazzanti e non soddisfacenti Quando si opera un prolasso utero-vaginale? Abitualmente un prolasso utero-vaginale si opera per uno stadio superiore al 2°, ossia quando l’organo prolassato fuoriesce dalla vagina o quando è presente uno stadio di 2° grado con gravi sintomi invalidanti. Le tecniche chirurgiche È quasi unanimemente accettato che il primo approccio chirurgico deve essere effettuato con la chirurgia fasciale (senza utilizzo di materiale protesico). Vengono in questo modo utilizzati i legamenti e le fasce di sospensione degli organi pelvici. Con opportune tecniche chirugiche vengono ristabiliti gli opportuni livelli di sospensione degli organi pelvici. Nei casi di recidiva può essere utilizzata anche una chirurgia di tipo protesico.
Incontinenza Urinaria
Che cos’è l’incontinenza urinaria L’incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina attraverso l’uretra ( il condotto che porta l’urina dalla vescica all’esterno) È spesso chiamata “malattia del silenzio” perché le donne che ne soffrono raramente ne parlano al proprio medico. Eppure si tratta di una patologia molto comune, che coinvolge milioni di donne in Italia. E’ un problema invalidante, poiché impedisce le azioni quotidiane e condiziona la vita sociale delle donne. Qualsiasi donna potrebbe essere soggetta ad incontinenza urinaria. Non si tratta, infatti, di età o di tipo di lavoro o di modo di vivere. Molto spesso è dovuta ad un indebolimento della muscolatura del pavimento pelvico, anche se si possono individuare alcune cause transitorie risolvibili come: infezioni urinarie o vaginali, effetti secondari di alcuni farmaci, malattie nervose e/o muscolari. Sono fattori di rischio il numero di gravidanze, i parti spontanei e il peso dei neonati (quasi un terzo delle donne incinte soffrono di incontinenza urinaria ed il rischio aumenta con parti successivi); la menopausa (un rilassamento dei tessuti uterini e un cambiamento delle mucose potrebbero portare all’incontinenza); la costipazione. L’incontinenza si presenta sotto diverse forme: Incontinenza da sforzo: è la forma più comune; la perdita di urina si manifesta quando si ride, si tossisce, si starnutisce, si salgono le scale o si sollevano pesi. Incontinenza da urgenza: molto comune nelle persone anziane, è un tipo di incontinenza caratterizzata dalla perdita involontaria di urina a causa di un bisogno urgente di urinare tale da non permettere di arrivare al bagno. Incontinenza mista: è la forma che si presenta con i sintomi tipici sia della incontinenza da sforzo, che quella da urgenza. L’incontinenza può essere legata a cause diverse e diversi possono essere i sintomi che portano a scoprirla. In particolare, con riferimento a questi ultimi, possiamo considerare la seguente tabella riassuntiva: perdite di urina mentre si ride, si tossisce o si starnutisce; bisogno urgente di andare al bagno; forte voglia di andare ad urinare ascoltando o vedendo dell’acqua scorrere; sensazione di residui di acqua nella vagina dopo il bagno; desiderio di urinare più di due volte durante il sonno; minzione dolorosa. Diagnosi dell’incontinenza urinaria Il colloquio con lo specialista- esami urodinamici- esami complementari Quando la paziente arriva dal medico, è già a metà strada nel risolvere il problema. Lo specialista uro-ginecologo saprà consigliare gli esami da effettuare e dare indicazioni sulla terapia da intraprendere. È molto importante essere precise e sincere, perché il medico sulla base delle informazioni ricevute può iniziare a produrre una diagnosi, fornendo anche un test di autovalutazione con delle semplici domande a risposta multipla, associato molto spesso ad un diario minzionale. Il colloquio Il colloquio è il primo passo verso una diagnosi precisa. Non bisogna avere vergogna di parlare con il medico, perché è la persona che vi può veramente aiutare. Il colloquio si svolge soprattutto attraverso domande che il medico pone per definire il tipo ed il grado di incontinenza. Le domande potrebbero riguardare i seguenti argomenti: informazioni su gravidanze e parti; informazioni sulla costituzione della paziente (obesità, dimagrimento); eventuale chirurgia pelvica pregressa; circostanze delle perdite (sotto sforzo, conseguenti al rumore o alla vista dell’acqua, ecc. in piedi, coricata, ecc.); frequenza delle perdite; abbondanza delle perdite; eventuali farmaci attualmente in uso; costipazione; presenza di altre malattie (diabete, infezioni, malattie neurologiche, ecc.). Esami urodinamici Il medico prescriverà degli esami clinici specifici per verificare se si soffre di incontinenza urinaria. Tali esami, che vanno sotto il nome di esami urodinamici, aiutano medico e paziente ad avere tutte le informazioni utili nella definizione del fenomeno patologico, sono importanti per determinare il “comportamento” dell’apparato urinario e per prescrivere una terapia adeguata. Esami complementari Talvolta, per essere più precisi nella diagnosi, si richiedono anche altri esami complementari: Esame chimico fisico delle urine ed urinocultura: sempre necessari prima di praticare le prove urodinamiche. Cistoscopia: analizza la vescica con uno strumento, il cistoscopio, introdotto attraverso l’uretra. Ecografia pelvica e/o renale: per la valutazione della sfera genitale interna e la morfologia renale. La terapia dell’incontinenza urinaria La terapia chirurgica – La terapia farmacologica – La rieducazione pelvica Ci sono diversi tipi di terapia per l’ incontinenza urinaria, ognuno adeguato ad un determinato tipo e grado di problema. La terapia chirurgica Lo scopo è quello di ripristinare un supporto per la vescica e l’uretra. L’accesso per questo tipo di chirurgia è in genere vaginale. Se si individua come unica causa dell’incontinenza l’eccessiva mobilità dell’uretra, si farà ricorso alla apposizione di una “benderella” al di sotto dell’uretra. Se è presente, come spesso accade, anche una discesa della parete vaginale anteriore su cui poggia la vescica, si corregge anche questo difetto. I tempi di degenza presso LA NOSTRA STRUTTURA sono così organizzati: un giorno di degenza per l’esecuzione di tutte le indagini preoperatorie; il giorno dell’intervento; uno o due giorni di degenza per il post-operatorio. Al momento della dimissione verranno date tutte le indicazioni da seguire circa lo stile di vita da adottare nei giorni immediatamente seguenti alla dimissione, compreso la terapia domiciliare e la pianificazione di tutte le visite di controllo che verranno effettuate sempre presso i nostri ambulatori. La terapia farmacologica E’ indicata particolarmente in quei casi in cui all’esame urodinamico è stata individuata una iperattività della vescica con delle contrazioni del muscolo detrusore della vescica spontanee e non inibite. In alternativa o in parallelo a qualsiasi tipo di intervento chirurgico così come alla terapia farmacologica, si pone quella fisioriabilitativa detta rieducazione pelvica che si basa sulle possibilità di sollecitare ed abituare il paziente alla autogestione delle contrazioni muscolari. La rieducazione pelvica Il ruolo di questa rieducazione è fondamentale. Il suo scopo è quello di controllare la muscolatura pelvica attraverso esercizi fisici specifici o con l’utilizzo di apparecchiature elettriche per la stimolazione passiva.
Dolore pelvico
La cura per tutti i tipi di dolore addominale o pelvico: Dolore addominale dopo taglio cesareo Dolore vulvare dopo parto spontaneo o da episiotomia o lacerazioni Dolore durante i rapporti da atrofia vaginale in menopausa o da ipercontrazione dei muscoli in età fertile Dolore durante le mestruazioni Dolore per traumi ginecologici o post radioterapia Per rinforzare i tuoi muscoli pelvici dopo un parto spontaneo e prevenire l’insorgenza di prolasso e di incontinenza. Inoltre di diamo tutti i consigli nutrizionali e comportamentali su come modificare il tuo stile di vita per il tuo benessere Stimola la microvascolarizzazione Riequilibra il PH vaginale Favorisce la riparazione dei tessuti Normalizza la soglia del dolore Conserva e/o migliora il trofismo vaginale Migliora la viscosità e la produzione della secrezione vaginale. Favorisce e migliora la tensione dei tessuti attraverso la stimolazione dielastina e collagene Promuove la predisposizione sessuale Riduce il dolore in modo significativo Previene e/o migliora le possibili aderenze dei processi cicatriziali Migliora l’elesticità dei tessuti grazie alla stimolazione di elastina ecollagene Ossigena i muscoli perineali Rilassa eventuali contratture riflesse dei muscoli del pavimento pelvico Ripara il perineo Previene e/o disattiva la comparsa dei punti dolorosi riflessi e a grilletto. Riduce i tempi di recupero